mercoledì 29 giugno 2016

NATO/EXIT, OBIETTIVO VITALE

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO
Italia
28 giu 2016 — Manlio Dinucci
Mentre l’attenzione politico-mediatica è concentrata sulla Brexit e su possibili altri scollamenti della Ue, la Nato, nella generale disattenzione, accresce la sua presenza e influenza in Europa.

Il segretario generale Stoltenberg, preso atto che «il popolo britannico ha deciso di lasciare l’Unione europea», assicura che «il Regno Unito continuerà a svolgere il suo ruolo dirigente nella Nato». Sottolinea quindi che, di fronte alla crescente instabilità e incertezza, «la Nato è più importante che mai quale base della cooperazione tra gli alleati europei e tra l’Europa e il Nordamerica».

Nel momento in cui la Ue si incrina e perde pezzi, per la ribellione di vasti settori popolari danneggiati dalle politiche «comunitarie» e per effetto delle sue stesse rivalità interne, la Nato si pone, in modo più esplicito che mai, quale base di unione tra gli stati europei. Essi vengono in tal modo agganciati e subordinati ancor più agli Stati uniti d’America, i quali rafforzano la loro leadership in questa alleanza.

Il Summit Nato dei capi di stato e di governo, che si terrà a Varsavia l’8-9 luglio, è stato preparato da un incontro (13-14 giugno) tra i ministri della difesa, allargato all’Ucraina pur non facendo essa parte ufficialmente della Nato.

Nell’incontro è stato deciso di accrescere la «presenza avanzata» nell’Europa orientale, a ridosso della Russia, schierando a rotazione quattro battaglioni multinazionali negli stati baltici e in Polonia. Tale schieramento può essere rapidamente rafforzato, come ha dimostrato una esercitazione della «Forza di punta» durante la quale un migliaio di soldati e 400 veicoli militari sono stati trasferiti in quattro giorni dalla Spagna alla Polonia. Per lo stesso fine è stato deciso di accrescere la presenza navale Nato nel Baltico e nel Mar Nero, ai limiti delle acque territoriali russe.

Contemporaneamente la Nato proietterà più forze militari, compresi aerei radar Awacs, nel Mediterraneo, in Medioriente e Africa.

Nella stessa riunione, i ministri della difesa si sono impegnati ad aumentare nel 2016 di oltre 3 miliardi di dollari la spesa militare Nato (che, stando ai soli bilanci della difesa, ammonta a oltre la metà di quella mondiale), e a continuare ad accrescerla nei prossimi anni.

Queste sono le premesse dell’imminente Summit di Varsavia, che si pone tre obiettivi chiave:
«rafforzare la deterrenza» (ossia le forze nucleari Nato in Europa);
«proiettare stabilità al di là dei confini dell’Alleanza» (ossia proiettare forze militari in Medioriente, Africa e Asia, anche oltre l’Afghanistan);
«allargare la cooperazione con la Ue» (ossia integrare ancor più le forze europee nella Nato sotto comando Usa).

La crisi della Ue, emersa con la Brexit, facilita il progetto di Washington: portare la Nato a un livello superiore, creando un blocco militare, politico ed economico (tramite il Ttip) Usa-Ue, sempre sotto comando Usa, contrapposto all’area eurasiatica in ascesa, basata sull’alleanza Russia-Cina.

In tale quadro, l’affermazione del premier Renzi al forum di San Pietroburgo, «la parola guerra fredda è fuori dalla storia e dalla realtà, Ue e Russia tornino ad essere ottimi vicini di casa», è tragicamente grottesca.

L’affossamento del gasdotto South Stream Russia-Italia e le sanzioni contro la Russia, ambedue per ordine di Washington, hanno già fatto perdere all’Italia miliardi di euro. E i nuovi contratti firmati a San Pietroburgo possono saltare in qualsiasi momento sul terreno minato della escalation Nato contro la Russia. Alla quale partecipa il governo Renzi che, mentre dichiara la guerra fredda fuori dalla realtà, collabora allo schieramento in Italia delle nuove bombe nucleari Usa per l’attacco alla Russia.

(il manifesto, 28 giugno 2016)

martedì 21 giugno 2016

NATO e Guerra Mondiale a pezzi

da info@mosaicodipace.it

APPELLO CONCLUSIVO DEL CONVEGNO
«IL RUOLO DELLA NATO NELLA GUERRA MONDIALE A PEZZI»
PRATO, 11 GIUGNO 2016
  
Settant’anni fa, il 6 e il 9 agosto del 1945, avvennero i tremendi bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. A distanza di tanto tempo, questo tragico evento suscita ancora orrore e repulsione. Esso è diventato il simbolo dello smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica, e costituisce un monito perenne all’umanità, affinché ripudi per sempre la guerra e bandisca le armi nucleari e ogni arma di distruzione di massa.
Papa Francesco, 9 agosto 2015

No alle bombe nucleari in Italia

Sono in fase di sviluppo negli Stati Uniti – documenta la U.S. Air Force – le bombe nucleari B61-12, destinate a sostituire le attuali B61 installate dagli USA in Italia e altri paesi europei. 

La B61-12 – documenta la Federazione degli Scienziati Americani (FAS) – non è solo una versione ammodernata della B61, ma una nuova arma nucleare: ha una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili, con una potenza media pari a quella di quattro bombe di Hiroshima; un sistema di guida che permette di sganciarla a distanza dall’obiettivo; la capacità  di penetrare nel terreno per distruggere i bunker dei centri di comando in un attacco nucleare di sorpresa.

Le B61-12, che gli USA si preparano a installare in Italia, sono armi che abbassano la soglia nucleare, ossia rendono più probabile il lancio di un attacco nucleare dal nostro paese e lo espongono quindi a una rappresaglia nucleare.

Secondo le stime della FAS, gli USA mantengono oggi 70 bombe nucleari B61 in Italia (50 ad Aviano e 20 a Ghedi-Torre), 50 in Turchia, 20 rispettivamente in Germania, Belgio e Olanda, per un totale di 180. Nessuno sa però con esattezza quante effettivamente siano le B-61, destinate ad essere sostituite dalle B61-12. 

Foto satellitari – pubblicate dalla FAS – mostrano che, per l’installazione delle B61-12, sono già state effettuate modifiche nelle basi di Aviano e Ghedi-Torre.

L’Italia, che fa parte del Gruppo di pianificazione nucleare della NATO, mette a disposizione non solo il suo territorio per l’installazione di armi nucleari, ma – dimostra la FAS – anche piloti che vengono addestrati all’attacco nucleare con cacciabombardieri italiani sotto comando USA

L’Italia viola in tal modo il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, firmato nel 1969 e ratificato nel 1975, che all’Art. 2 stabilisce: «Ciascuno degli Stati militarmente non nucleari, che sia Parte del Trattato, si impegna a non ricevere da chicchessia armi nucleari o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi e congegni esplosivi, direttamente o indirettamente».

Chiediamo che l’Italia cessi di violare il Trattato di non-proliferazione e, attenendosi a quanto esso stabilisce, chieda agli Stati uniti di rimuovere immediatamente qualsiasi arma nucleare dal territorio italiano e rinunciare a installarvi le nuove bombe B61-12 e altre armi nucleari.

Liberare il nostro territorio nazionale dalle armi nucleari, che non servono alla nostra sicurezza ma ci espongono a rischi crescenti, è il modo concreto attraverso cui possiamo contribuire a disinnescare l’escalation nucleare e a realizzare la completa eliminazione delle armi nucleari che minacciano la sopravvivenza dell’umanità.

domenica 19 giugno 2016

Giappone: Via i militari USA da Okinawa

Chiudete tutte le basi
dalla pagina http://www.aljazeera.com/news/2016/06/japan-okinawa-island-protest-160619050825296.html

Decine di migliaia di dimostranti si sono raccolti nell'isola giapponese di Okinawa per protestare contro la pesante presenza di militari USA e i crimini violenti commessi da personale USA sull'isola. 

giovedì 16 giugno 2016

«Così la Cia mi ha torturato nel carcere di Guantanamo»

dalla pagina http://www.corriere.it/esteri/16_giugno_16/terrorista-cosi-cia-mi-ha-torturato-carcere-guantanamo-0256422e-338f-11e6-b8e9-6b78a4af30ec.shtml 

Washington rende pubblici i documenti «top secret» con la testimonianza di Abu Zubaydah: dal «waterboarding» alle «scatole di confinamento». Il ruolo dei medici

domenica 12 giugno 2016

NELLE SPIRE DELL'ANACONDA

dalla pagina https://www.change.org/p/la-pace-ha-bisogno-di-te-sostieni-la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/u/16876637?tk=Q1tX8PTvE4WTJCutv9YRVj4u5pnvWjQRqQvj1LSApf8

Comitato promotore della campagna #NO GUERRA #NO NATO
Italia
9 giu 2016 — Manlio Dinucci
 
Inizia oggi, 7 giugno, in Polonia la Anakonda 16, «la più grande esercitazione alleata di quest’anno»: vi partecipano oltre 25 mila uomini di 19 paesi Nato (Usa, Germania, Gran Bretagna, Turchia e altri) e di 6 partner: Georgia, Ucraina e Kosovo (riconosciuto come stato), di fatto già nella Nato sotto comando Usa; Macedonia, che non è ancora nella Nato solo per l’opposizione della Grecia sulla questione del nome (lo stesso di una sua provincia, che la Macedonia potrebbe rivendicare); Svezia e Finlandia, che si stanno avvicinando sempre più alla Nato (hanno partecipato in maggio alla riunione dei ministri degli esteri dell’Alleanza).

Formalmente l’esercitazione è a guida polacca (da qui la «k» nel nome), per soddisfare l’orgoglio nazionale di Varsavia. In realtà è al comando dello U.S. Army Europe che, con un’«area di responsabilità» comprendente 51 paesi (compresa l’intera Russia), ha la missione ufficiale di «promuovere gli interessi strategici americani in Europa ed Eurasia». Ogni anno effettua oltre 1000 operazioni militari in oltre 40 paesi dell'area. Lo U.S. Army Europe partecipa all’esercitazione con 18 sue unità, tra cui la 173a Brigata aerotrasportata di Vicenza.

L’Anakonda 16, che si svolge fino al 17 giugno, è chiaramente diretta contro la Russia. Essa
prevede «missioni di assalto di forze multinazionali aerotrasportate» e altre anche nell’area baltica a ridosso del territorio russo.

Alla vigilia dell’Anakonda 16, Varsavia ha annunciato che nel 2017 espanderà le forze armate polacche da 100 a 150 mila uomini, costituendo una forza paramilitare di 35 mila uomini denominata «forza di difesa territoriale». Distribuita in tutte le province a cominciare da quelle orientali, essa avrà il compito di «impedire alla Russia di impadronirsi del territorio polacco, come ha fatto in Ucraina».

I membri della nuova forza, che riceveranno un salario mensile, saranno addestrati, a cominciare da settembre, da istruttori Usa e Nato sul modello adottato in Ucraina, dove essi addestrano la Guardia nazionale comprendente i battaglioni neonazisti. L’associazione paramilitare polacca Strzelec, che con oltre 10 mila uomini costituirà il nerbo della nuova forza, ha già iniziato l’addestramento partecipando all’Anakonda 16.

La costituzione della forza paramilitare, che sul piano interno fornisce al presidente Andrzej Duda un nuovo strumento per reprimere l’opposizione, rientra nel potenziamento militare della Polonia, con un costo previsto di 34 miliardi di dollari entro il 2022, incoraggiato da Usa e Nato in funzione anti-russa.

Sono già iniziati i lavori per installare in Polonia una batteria missilistica terrestre del sistema statunitense Aegis, analoga a quella già in funzione in Romania, che può lanciare sia missili intercettori che missili da attacco nucleare.

In attesa del summit Nato di Varsavia (8-9 luglio), che ufficializzerà l’escalation anti-Russia, il Pentagono si prepara a dislocare in Europa una brigata da combattimento di 5 mila uomini che roterà tra Polonia e paesi baltici.

Si intensificano allo stesso tempo le esercitazioni Usa/Nato dirette contro la Russia: il 5 giugno, due giorni prima dell’Anakonda 16, è iniziata nel Mar Baltico la Baltops 16, con 6100 militari, 45 navi e 60 aerei da guerra di 17 paesi (Italia compresa) sotto comando Usa. Vi partecipano anche bombardieri strategici Usa B-52. A circa 100 miglia dal territorio russo di Kaliningrad.

Una ulteriore escalation della strategia della tensione, che spinge l’Europa a un confronto non meno pericoloso di quello della guerra fredda. Sotto la cappa del silenzio politico-mediatico delle «grandi democrazie» occidentali.

(il manifesto, 7 giugno 2016)

PandoraTV: La notizia di Manlio Dinucci – Nelle spire dell’Anaconda

mercoledì 8 giugno 2016

10-12 giugno: Iniziativa Stop Ramstein

dalla pagina https://www.facebook.com/RamsteinOfficial/ 

AGGIORNAMENTO SULLA MANIFESTAZIONE
L'iniziativa "Stop Ramstein" sta organizzando una protesta sabato 11 giugno tra le 13 e le 17 all'ingresso ovest della Base Aerea di Ramstein [RAB, utilizzata da US Air Force e NATO].

dalla pagina http://www.redflagnews.com/headlines-2016/military-evacuating-women-children-from-ramstein-air-force-base-in-germany 
La base della US Air Force a Ramstein, Germania, è il perno centrale per preparare ed eseguire guerre di aggressione che violano il diritto internazionale. La maggior parte delle missioni letali dei droni USA, ad esempio in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen, Siria e Africa, sono condotte dalla base della US Air Force a Creech, Nevada, via fibra ottica fino a Ramstein e da lì via satellite ...

dalla pagina https://theintercept.com/2015/04/17/ramstein/
Documenti top-secret della Intelligence USA del luglio 2012 confermano che la base di Ramstein è il cuore high-tech del programma "droni" Predator e Reaper. I piloti a Creech mandano comandi [ai droni già in volo, che decollano e atterrano in basi aeree nel Medio Oriente] attraverso cavi in fibra ottica a Ramstein, dove i segnali sono inviati via satellite ai droni in Pakistan, Yemen, Afghanistan, Somalia, Siria, Iraq...
 
[Fermate Ramstein! Chiudete Creech!]
No Drone Wars!
Le "uccisioni mirate" sono "assassinii" 
Un popolo - Una Terra - Stop gli attacchi con i droni!
leggi anche:

domenica 5 giugno 2016

#Enough [Basta]

visita la pagina



#Enough! : Una campagna per abolire la guerra
Costruendo una massa critica di relazioni nonviolente
per un mondo verde e uguale senza guerra.

sabato 4 giugno 2016

Domenica 5 giugno ore 10-11: Toby Blomè di Code Pink fa Presenza a Longare

dalle pagine
http://www.vicenzatoday.it/eventi/la-guerra-dei-droni-uccidere-col-telecomando-con-l-attivista-toby-blome.html
http://shutdowncreech.blogspot.it/

Vogliamo la fine della guerra dei droni - Chiudere la base di Creech
"La guerra dei droni: uccidere col telecomando" con l'attivista Toby Blomè Eventi a Vicenza
Toby Blomè, attivista di Code Pink, si trova di passaggio a Vicenza, dopo aver ritirato in Germania, con una delegazione di Code Pink, il premio Wilhelmina conferito dalla Città di Bayreuth alla loro organizzazione, per tolleranza e umanità. 
Da sempre pacifista ed antimilitarista, ha partecipato anche, sempre con Code Pink, ad un viaggio di conoscenza in Pakistan, dove ha incontrato le famiglie delle vittime civili degli attacchi aerei con i droni.

Fate fuori i droni non gente innocente - Sostieni la Pace
La guerra dei droni è terrorismo
 


mercoledì 1 giugno 2016

2 giugno, “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”

dalla pagna http://www.azionenonviolenta.it/nella-festa-della-repubblica-che-ripudia-la-guerra-riparte-la-campagna-per-la-difesa-civile-e-nonviolenta/

Nella “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” riparte la Campagna per la difesa civile e nonviolenta 

I movimenti per la Pace e il Disarmo rilanciano la proposta di legge per la difesa civile, non armata e nonviolenta, e chiedono al Presidente della Repubblica Mattarella di sospendere la parata militare.
Anche quest’anno per le realtà che lavorano per Pace, Disarmo e Servizio Civile il 2 Giugno è la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”. Una ricorrenza, quella della fondazione della Repubblica Italiana, che viene celebrata in particolare rilanciando la Campagna “Un’altra difesa è possibile” (promossa e sostenuta dalle sei reti nazionali Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace).

L’iniziativa, lanciata nel 2014 all’Arena di Pace e Disarmo di Verona, ha al suo centro il progetto di Legge di iniziativa popolare per l’istituzione e il finanziamento del “Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta” depositato in Parlamento un anno fa ed ora sottoscritto da più di 70 parlamentari di diversi gruppi politici. Il testo di legge è già incardinato all’attenzione delle Commissioni I (Affari Costituzionali) e IV (Difesa) della Camera dei Deputati.

Dopo l’importante risultato ottenuto con l’avvio dell’iter istituzionale della proposta sulla Difesa Civile la mobilitazione prevede ora una “Fase 2” che, coinvolgendo i tanti comitati locali presenti sul territorio, si focalizza sulla distribuzione di una “cartolina” che i cittadini invieranno ai loro Deputati di riferimento, chiedendo un esplicito impegno a sostengo della Legge. L’obiettivo della Campagna e delle Reti promotrici è quello di vederla approvata nel corso di questa Legislatura. Le cartoline saranno in distribuzione proprio dal 2 giugno e saranno consegnate ai Parlamentari il prossimo 4 novembre. Due date simboliche e piene di significato: dalla nascita della Repubblica alla fine della Grande Guerra.

Proprio in occasione del lancio di questa nuova fase di mobilitazione, coincidente con la Festa della Repubblica, le realtà componenti la Campagna “Un’altra difesa è possibile” chiedono al Presidente Mattarella di valutare l’opportunità di sospendere la costosa parata militare che, in maniera impropria, è stata negli ultimi anni il centro delle celebrazioni a Roma. Una decisione che ha già dei precedenti e che sarebbe saggia sia dal punto di vista ideale che economico: con i rilevanti fondi per tale sfilata si potrebbero invece finanziare interventi più efficaci ed utili a favore dei settori più deboli della nostra società.

E’ tempo di voltare pagina: basta con la parata della difesa militare, facciamo sfilare i difensori civili della Costituzione che ripudia la guerra” afferma Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento e coordinatore nazionale della Campagna.

La Repubblica italiana è nata in un’urna il 2 giugno del 1946. E’ nata, per la prima volta con il voto delle donne, per superare la tragedia della seconda guerra mondiale e costruire un futuro di pace”, prosegue Grazia Naletto portavoce della Campagna Sbilanciamoci!

Proprio per questo i costituenti scrissero che l’Italia ripudia la guerra. Perciò ci chiediamo perché, per festeggiare questo settantesimo compleanno, le istituzioni repubblicane organizzino ancora una parata militare delle Forze Armate. E’ una contraddizione ormai anacronistica”, aggiunge Francesco Vignarca coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo.

Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e i ragazzi del servizio civile” propone Sergio Bassoli, portavoce della Rete della Pace.

Le vere forze che rendono viva questa Repubblica chiedono di rimuovere l’ostacolo delle enormi spese militari ed avere a disposizione ingenti risorse per dare piena attuazione con interventi e mezzi civili ai principi fondanti della Costituzione: è tramite il ripudio della guerra che si potrà pienamente soddisfare il diritto al lavoro, alla dignità sociale, all’uguaglianza, alla solidarietà”, è la posizione di Martina Pignatti referente del Tavolo interventi civili di pace.

La nostra Campagna, che si pone l’obiettivo del riconoscimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta, parte da un contesto favorevole: la Corte Costituzionale ha già da tempo riconosciuto pari dignità e valore alla difesa non armata della Patria” sottolinea Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale del Servizio Civile.

La recentissima riforma del Terzo Settore ha introdotto il Servizio Civile universale che porta a compimento l’ispirazione degli obiettori di coscienza al servizio militare secondo cui “la Patria si difende anche senza armi” e contribuisce alla piena attuazione di quanto previsto negli articoli 11 e 52 della Costituzione realizzando iniziative di promozione della pace e della nonviolenza”, conclude Licio Palazzini presidente della Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile.