martedì 25 settembre 2012

da http://www.megachip.info/finestre/zero-11-settembre/8851-imposimato-a-11-anni-da-quell11-settembre-era-strategia-della-tensione.html

di Ferdinando Imposimato -Journal of 9/11 Studies

Gli attentati dell'11/9 sono stati un'operazione globale di terrorismo di Stato consentita dall'amministrazione degli USA, che sapeva già dell’azione ma è rimasta intenzionalmente non reattiva al fine di fare la guerra contro l'Afghanistan e l'Iraq. Per dirla in breve, gli eventi dell'11/9 erano un caso di Strategia della Tensione messa in atto dai poteri politici ed economici negli Stati Uniti per perseguire vantaggi in capo all'industria petrolifera e delle armi.
Anche l'Italia è stata una vittima della "Strategia della Tensione" della CIA, attuata in Italia dai tempi della strage di Portella della Ginestra, in Sicilia, nel 1947, fino al 1993.
Ci sono molte prove di una tale strategia, sia circostanziali che scientifiche. Le relazioni del National Institute of Standards and Technology (NIST), del 20 novembre 2005, hanno sancito le conclusioni di seguito esposte.
Gli aerei che hanno colpito ciascuna delle torri gemelle hanno causato tanto una breccia quanto un'esplosione evidenziata da una gigantesca palla di fuoco. Il carburante rimanente fluiva verso i piani inferiori, alimentando gli incendi. Il calore degli incendi deformava le strutture degli edifici così che entrambe le torri sono crollate completamente da cima a fondo. Molto poco è rimasto di quanto era di qualsiasi dimensione dopo questi eventi, a parte i frammenti in acciaio e in alluminio e i detriti polverizzati provenienti dai pavimenti in cemento. Anche l’edificio 7 del World Trade Center crollò: lo fece in un modo che risultava in contrasto con l'esperienza comune degli ingegneri.
Il rapporto finale del NIST ha affermato che gli attacchi aerei contro le torri gemelle erano la causa dei crolli per tutti e tre gli edifici: WTC1, WTC2 e WTC7.
Tutti e tre gli edifici sono crollati completamente, ma l'edificio 7 non fu colpito da un aereo. Il crollo totale del WTC7 ha violato l'esperienza comune ed era senza precedenti.
Il rapporto del NIST non analizza la reale natura dei crolli. Secondo gli esperti intervenuti nel corso delle Udienze di Toronto (“Toronto Hearings”, 8-11 settembre 2011), i crolli avevano caratteristiche che indicano esplosioni controllate. Sono d'accordo con l’architetto Richard Gage e l’ingegnere Jon Cole, entrambi professionisti di grande esperienza, che sono arrivati alle loro conclusioni attraverso test affidabili, prove scientifiche, e la testimonianza visiva di persone insospettabili, tra cui i vigili del fuoco e le vittime.
L'autorevole teologo David Ray Griffin ha descritto con grande precisione perché l'ipotesi di demolizione controllata dovrebbe essere presa in considerazione. Vari testimoni hanno sentito raffiche di esplosioni.
Secondo il NIST il crollo dell'edificio 7 è stato causato da incendi provocati dal crollo delle torri gemelle. Il chimico e ricercatore indipendente Kevin Ryan, tuttavia, ha dimostrato che il NIST ha dato versioni contraddittorie del crollo dell'edificio 7. In un rapporto preliminare del NIST dichiarava che il WTC7 fu distrutto a causa di incendi provocati da gasolio conservato nel palazzo, mentre in una seconda relazione questo combustibile non era più considerato come la causa del crollo dell'edificio. Ulteriori commenti sulla versione degli eventi data dal NIST sono stati formulati da David Chandler, un altro testimone esperto intervenuto nel corso delle Udienze di Toronto. Nonostante la presunzione del NIST in merito a tre distinte fasi di crollo, Chandler ha sottolineato che molti video disponibili dimostrano che per circa due secondi e mezzo l'accelerazione dell’edificio non può essere distinta da una caduta libera. Il NIST è stato costretto a concordare con con questo fatto empirico come sottolineato da Chandler, e ora comprensibile per chiunque.
Peter Dale Scott, un altro testimone alle Udienze di Toronto, ha dimostrato l'esistenza di un modello d’azione sistematico della CIA volto a bloccare importanti informazioni nei confronti dell'FBI, anche quando l'FBI avrebbe normalmente diritto di ottenerle. Inoltre, ci sono ulteriori elementi di prova contro George Tenet e Tom Wilshire. Secondo l'ex capo dell’antiterrorismo della Casa Bianca, Richard Clarke (intervista rilasciata alla televisione francese e tedesca come parte di un documentario di Fabrizio Calvi e Christopf Klotz ,31 agosto 2011, nonché l'intervista con Calvi e Leo Sisti, "Il Fatto Quotidiano ", 30 agosto 2011) la CIA era a conoscenza dell’imminente attacco dell’11/9.
Inoltre, dal 1999 la CIA aveva indagato Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi, entrambi sauditi, che sono stati associati con l'aereo della American Airlines che ha colpito il Pentagono. La CIA era stata informata che Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hamzi erano arrivati negli Stati Uniti all'inizio del 2000. È legittimo dedurre che Tenet, capo della CIA, e Wilshire, secondo Peter Dale Scott una "figura chiave" nella Alec Station, bloccarono gli sforzi di due agenti dell'FBI, Doug Miller e Mark Rossini, intesi a notificare al centro FBI che uno dei partecipanti alla riunione di Kuala Lumpur, al-Mihdhar, aveva ottenuto un visto USA attraverso il consolato degli Stati Uniti a Jeddah. Il professor Scott, basandosi sulla ricerca di Kevin Fenton, cita 35 occasioni in cui i dirottatori sono stati protetti in questo modo, a partire dal gennaio del 2000 al 5 settembre 2001. Con riferimento al precedente di questi incidenti, il motivo di questa protezione era evidentemente, secondo Fenton, «per coprire un'operazione della CIA che era già in corso.»
Ulteriore prova indiziaria contro Tenet e Wilshire è la seguente. Il 12 luglio 2001 Osama bin Laden si trovava nell’ospedale americano di Dubai. Fu visitato da un agente della CIA. Questa informazione è stata data a Le Figaro, che ha anche riferito che bin Laden era stato operato in questo ospedale, essendo arrivato da Quetta (Pakistan). Questa informazione è stata confermata da Radio France International, che ha rivelato il nome dell'agente che ha incontrato bin Laden: Larry Mitchell. Tenet e Wilshire, consapevoli della presenza di bin Laden negli Emirati Arabi Uniti, non sono riusciti a farlo arrestare né estradare, anche se i documenti dell'FBI e della CIA lo ritenevano responsabile di massacri in Kenya e Tanzania.
L'insider trading è una forte ulteriore prova contro la CIA, l’FBI e il governo degli Stati Uniti.
Gli articoli del professor Paul Zarembka, così come da Kevin Ryan e altri, dimostrano che tali casi di insider trading hanno avuto luogo nei giorni immediatamente precedenti rispetto agli attentati. Eppure questi casi di insider trading sono stati negati dall'FBI e dalla Commissione d’inchiesta sull’11/9.
Ulteriore prova contro la CIA e l'amministrazione degli Stati Uniti è la seguente. Mohammed Atta, almeno a partire dal maggio 2000, era sotto sorveglianza della CIA in Germania, secondo la Commissione sull’11/9, sia perché era accusato sin dal 1986 di attentati contro Israele, sia perché era stato sorpreso mentre acquistava grandi quantità di prodotti chimici per l'uso in esplosivi a Francoforte (The Observer, 30 settembre 2001). È stato indagato dal servizio segreto egiziano e il suo telefono cellulare era sotto controllo. Nel novembre del 1999 Mohammed Atta lasciò Amburgo, andò a Karachi, in Pakistan, e poi a Kandahar. Qui ha incontrato bin Laden e lo sceicco Omar Saeed (secondo la rivista specializzata in questioni di sicurezza interna GlobalSecurity.org, alla voce "Movements of Mohammed Atta"). Dopo giugno 2000 gli USA hanno continuato a monitorare Atta, intercettando le sue conversazioni con Khalid Sheikh Mohammed, considerato il regista del 9/11, che ha vissuto in Pakistan.
Una forte prova del fatto che la CIA era a conoscenza dei movimenti irregolari di Atta dagli Stati Uniti verso l'Europa e all’interno degli Stati Uniti è il documento declassificato della CIA inviato dall'Agenzia a G.W Bush (President’s Daily Brief – Ndt: “relazione breve giornaliera per il presidente”). Questo documento, del 6 agosto 2001, dice: «Bin Laden determinato a colpire in USA.» E continua: "relazioni di provenienza clandestina, di governi stranieri, e dei media indicano che bin Laden sin dal 1997 ha voluto condurre attacchi terroristici negli Stati Uniti. Bin Laden ha inteso in interviste a televisioni statunitensi nel 1997 e nel 1998 che i suoi seguaci avrebbero seguito l'esempio dell’attentatore del World Trade Center Ramzi Yousef, e avrebbero “portato i combattimenti in America”.»
Dopo gli attacchi missilistici degli Stati Uniti sulla sua base in Afghanistan nel 1998, bin Laden disse ai seguaci che voleva infliggere una rappresaglia a danno di Washington, secondo un servizio di intelligence straniero. Un membro operativo egiziano della Jihad islamica ha rivelato a un agente di un servizio segreto straniero, nel frattempo, che bin Laden aveva intenzione di sfruttare l'accesso operativo agli Stati Uniti per organizzare un attacco terroristico ...
Una fonte clandestina ha affermato nel 1998, che una cellula di bin Laden a New York stava reclutando giovani musulmani americani per gli attentati.
Questo documento dimostra che la CIA, l’FBI, così come il presidente Bush, conoscevano già dal 6 agosto 2001 chi aveva un accesso operativo: Atta. Nessuno ha goduto di un tale accesso negli Stati Uniti quanto Atta. Ma la CIA, l’FBI e Bush non hanno fatto nulla per fermarlo.
In Italia ho raccolto prove che la guerra in Iraq è stata decisa dal governo degli Stati Uniti prima degli attacchi dell'11/9 con l'aiuto dei servizi segreti italiani. Secondo Michel Chossudovsky, gli attacchi dell'11/9 sono stati usati come pretesto per la guerra, avendo avuto come sfondo i molti anni in cui si è avuta la creazione e il sostegno da parte della CIA della rete terroristica ora conosciuta come al-Qa’ida. Oggi c'è il pericolo di una nuova "guerra preventiva" contro l'Iran da parte degli Stati Uniti. Questo potrebbe essere terribile per la gente di tutto il mondo e potrebbe anche distruggere una gran parte dell'umanità.
L'unica possibilità per avere giustizia è quello di presentare le migliori prove relative al coinvolgimento di singoli individui nei fatti dell’11/9 al Procuratore della Corte penale internazionale chiedendogli di indagare in base agli articoli 12, 13, 15 e 17, lettere a e b, dello Statuto della Corte penale internazionale, ricordando anche il preambolo della Statuto:

  • Riconoscere che tali gravi reati minacciano la pace, la sicurezza e il benessere del mondo,
  • Affermare che i reati più gravi che sono motivo di allarme per la comunità internazionale nel suo insieme non debbano rimanere impuniti e che la loro repressione debba essere efficacemente garantita mediante provvedimenti adottati a livello nazionale ed attraverso il rafforzamento della cooperazione internazionale,
  • Essere determinati a porre fine all'impunità degli autori di tali crimini e quindi di contribuire al perseguimento di tali reati,
  • Ricordare il dovere di ogni Stato di esercitare la propria giurisdizione nei confronti dei responsabili di reati internazionali ...

Ferdinando Imposimato, settembre 2012.

Il testo in inglese è stato trascritto anche QUI.

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.

ferdinando imposimato megachFerdinando Imposimato è presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione ed ex senatore e deputato. A lungo ha fatto parte della Commissione bicamerale Antimafia.
Da magistrato ha istruito alcuni tra i più importanti processi sul terrorismo (il caso Aldo Moro, l'attentato al papa Giovanni Paolo II, il caso Bachelet). Ha scoperto la “pista bulgara” e altre connessioni terroristiche internazionali. Innumerevoli i processi contro mafia e camorra. Tra gli altri, ha istruito il caso Michele Sindona e il processo alla Banda della Magliana.
È autore o co-autore di sette libri sul terrorismo internazionale, la corruzione statale, e di questioni connesse, nonché Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana.


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giovedì 20 settembre 2012

"Alleati" non significa necessariamente "Allineati"

[lettera di inizio Settembre inviata da Giancarlo Albera, a nome e per conto del Coordinamento Comitati, al GdV ma mai pubblicata, che faceva alcune considerazioni sulla questione Pluto]

In questi giorni tanto si è scritto in merito al progetto USA per l’ampliamento della base Pluto; parola a noi tristemente nota perché servita a pretesto per la costruzione della nuova base al Dal Molin (spacciata per ampliamento della Ederle). Ancora una volta la ns.città è vittima della prepotenza e degli abusi da parte di uno Stato, che ha fatto prevalere le sue incomprensibili  ragioni (per non apparire ostile all’Alleato ed in osservanza di trattati di sudditanza e patti-bilaterali stipulati dopo una guerra voluta da altre generazioni), su quelle legittime dei cittadini e della tutela del territorio. 

Giustamente i rappresentanti istituzionali, sindaco di Vicenza, Longare e commissario Provinciale pretendono di essere informati, di vedere il piano, di valutare gli effetti per poter risolvere eventuali problemi legati alla salute e alla mobilità. Oggi come allora si sta invece cercando di calare dall’alto un nuovo progetto di espansione militare, senza il coinvolgimento delle autorità  locali e della popolazione, col forte rischio di lasciare un segno indelebile sulla città stessa e sugli abitanti. Si pensi anche ai possibili rischi di inquinamento nel movimento terra, trasporto, stoccaggio materiali, ed ancora, per l’adeguamento alle normative di sicurezza ed antiterrorismo.

Certamente ci sono stati tanti, troppi silenzi, poiché già nel Giugno 2007 quando assieme ad altri 3 tecnici accompagnammo 4 parlamentari ad ispezionare la base, avevamo segnalato agli organi istituzionali nazionali e parlamentari che Site Pluto era già in fase di modernizzazione e ristrutturazione tanto che fu oggetto di una interrogazione parlamentare il 28 di quel mese; che già disponeva nell’edificio centrale a metà collina, di un capiente salone tipo anfiteatro, con circa 150 postazioni, per l’addestramento delle alte gerarchie militari presenti in Europa. Dotato di moderne tecniche di comunicazione, simulazione, videoconferenza. Quel luogo rivestiva già allora un ruolo strategico importante che oggi si vuole potenziare e che può essere facilmente trasformato da simulazione a  sala comando operativa   con tutte le conseguenze nefaste e, funzionale alle varie operazioni militari (con utilizzo droni  etc).

Quello che più sorprende è che si continui nell’equivoco di fondo di considerare queste istallazioni come appartenenti alla NATOblocco occidentale” con finalità di difesa  mentre in realta’  appartengono al Comando terrestre  AFRICOM  da Setaf che era (svelato anche da WikiLeaks), fuori quindi dagli ambiti di intervento Nato(nord atlantico), avente come braccio operativo  la 173 brigata, secondo reparto dell’esercito Usa, in barba alla sovranità e all’art.11. Di tutto ciò il deputato S. Stefani, Presidente della Commissione Esteri  e paladino di pace e giustizia  per Vicenza, non dice nulla. Come nulla viene detto dell’incremento della produzione e vendita delle armi nella stragrande parte dei paesi del mondo Italia compresa. Gli Usa, hanno triplicato le vendite di armi nel mondo(sole 24 ore del 28-8-012)e, sono in testa  alla corsa al riarmo. La storia ci insegna che la corsa agli armamenti anticipa e promuove i conflitti. 

Per finire poniamoci  alcuni interrogativi. 
E’ così irrilevante che a Vicenza si formi il più importante insediamento militare dell’esercito americano in Europa ? 
Quale potrà essere il limite a questa espansione  militare ? 
Quanto costerà ai vicentini sia in tema di risorse (possibili rischi ambientali), che di costi benefici ?   
Dopo 67 anni dalla fine della guerra non è giunto il tempo di rivedere i trattati che regolano le servitù militari ? Ovvero, la desecretazione e rinegoziazione degli accordi bilaterali di Ottobre 54 ?    

Giancarlo Albera
a nome e per conto  del Coordinamento  Comitati                                         

lunedì 17 settembre 2012

PLUTO SITE Longare-Vicenza: NO al potenziamento della base militare

firma (Avaaz)

Gli USA triplicano le vendite di armi nel mondo

da http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-28/stati-uniti-triplicano-vendite-063927.shtml?uuid=AbxbocUG

66,3 miliardi di $
Record di vendite
Nel 2011 gli Stati Uniti, già primi esportatori di armi, hanno venduto armi per una cifra record di 66,3 miliardi di dollari, rispetto ai 21,4 miliardi del 2010
85,3 miliardi di $
Il mercato mondiale
Le forniture americane coprono tre quarti (79%)
del mercato globale
4,8 miliardi di $
Al secondo posto
Pur essendo il secondo fornitore al mondo la Russia è molto lontana dagli Stati Uniti, con il 6% delle vendite al mondo
+95%
In campo i cinesi
In un decennio la produzione militare cinese è aumentata del 95%. Pechino è alla conquista del mercato nell'Africa subsahariana

martedì 11 settembre 2012

11 settembre di 11 anni fa ...

video  (in italiano, durata 10min)


 
9/11: Explosive Evidence - Experts Speak Out - 11/9: Evidenza Esplosiva - Gli esperti parlano  
Il video completo prodotto da AE911 Truth, che raccoglie oltre 1700 fra
Architetti e Ingegneri e oltre 15000 persone, inizia finalmente a
diffondersi sulle reti televisive USA, a partire da PBS (rete pubblica):
sito | video (in inglese, durata 1h30min) 

sabato 8 settembre 2012

Spese militari USA e profitti ... e 11 settembre


Variazioni delle spese militari negli Stati Uniti d'America: 
  • 345,0 miliardi di dollari nel 2001
  • 528,7 miliardi di dollari nel 2006
  • 711,0 miliardi di dollari nel 2011 pari al 4,7% del loro PIL (GDP) [fonte]

Nel 2006 gli USA hanno esportato "armi" (si intende per lo più aerei, navi, mezzi corazzati, sottomarini, ecc., - lo smercio delle armi leggere, che è pur intenso, è lasciato ad altri) per 7,9 miliardi di dollari

Nel 2011 gli USA hanno esportato "armi" per 66,3 miliardi di dollari [fonte] pari a quasi il 78% del totale di un mercato valutato globalmente 85,3 miliardi di dollari nel 2011.

Un bel giro d'affari ... la posta in gioco è alta ... 

USA. "Circa il 30% degli scienziati e degli ingegneri impegnati nel settore della ricerca e dello sviluppo scientifico e tecnologico è legato a industrie di tipo militare. Secondo dati della National Science Foundation, il 52,7% del fatturato che lo Stato destina allo sviluppo scientifico è indirizzato al solo settore militare." (dati del 2007) [fonte]

Ci sono altre cifre che salgono:
- il numero di civili morti nelle azioni "di pace", negli interventi militari per "difendere la democrazia e la libertà", o nelle "guerre preventive"
- il numero di civili uccisi dagli attacchi dei "droni"
- il numero dei militari USA che si suicidano 
- e così via ... 

A parte questi "effetti collaterali", comunque un bel giro d'affari ... la posta in gioco è sempre più alta ... 

Servono nuovi teatri di guerra, nuove guerre, nuovi nemici.
Intanto, se vuoi guarda questo video (10 minuti):
http://www.youtube.com/watch?v=WH-blYZjzrM&lr=1&feature=mhum

E poi c'è l'Africa, continente dalle immense ricchezze. E adesso c'è AFRICOM. 
Fantapolitica? Complottismo? Forse. Forse no.