giovedì 31 marzo 2011

Basta guerre! Senza se e senza ma


Giornata di mobilitazione nazionale

Basta guerre! Senza se e senza ma
 
2 Aprile 2011
 
a Vicenza: corteo da piazzale Bologna (zona stazione FS) ore 14.00

domenica 27 marzo 2011

domenica 27 marzo: Passeggiata con aquiloni

domenica 27/03 ore 14:30 - 17:30
passeggiata
con aquiloni "Il successo di un argine"
da ponte Marchese, viale S. Antonino (ritrovo sul "terajo" del ponte nei pressi del capitello) a viale Diaz - leggi e diffondi il volantino

Sono invitati: cittadini e famiglie, amministratori e tecnici interessati ad accrescere la consapevolezza propria e altrui sulla fragilità idrica del nostro territorio.

Una iniziativa di: Cristiani per la pace c/o Casa per la pace, contrà Porta Nova 2, Vicenza
Info: 
Giovanni Marangoni cell. 3391969310 marangoni.giovanni@libero.it
Massimo Bosco cell. 3383030029 perlapace@gmail.com

sabato 26 marzo 2011

VOGLIAMO L’ACQUA E IL SOLE, MICA LA LUNA

per sosttoscrizione visitare il sito www.acquabenecomune.org

Roma - Manifestazione nazionale 26 Marzo
VOTA SI' AI REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE!
SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni,
dei diritti, della democrazia
 

Sabato 26 marzo il popolo dell’acqua ha indetto a Roma una grande manifestazione nazionale per 2 SI' ai referendum per l’acqua bene comune, per il SI' per fermare il nucleare, per la difesa dei beni comuni, dei diritti e della democrazia. Una piazza per l’acqua, una piazza per la vita.
Questi referendum sono fondamentali per tutte le donne e uomini che guardano ad un altro modello di società, di sviluppo e al futuro del pianeta.
E’ da anni che i movimenti in difesa dell’acqua bene comune si battono per il suo riconoscimento quale diritto umano universale, diritto calpestato da diverse norme che vogliamo abrogare con i referendum.
A questa battaglia contro la mercificazione dell’acqua si unisce la battaglia contro il ritorno al nucleare in Italia.
Il tremendo terremoto che ha colpito recentemente il Giappone e la drammatica situazione venutasi a creare nella centrale nucleare di Fukushima, con il disastro nucleare tuttora in corso e con conseguenze ancora imprevedibili ma in ogni caso tragiche per la popolazione coinvolta e per l’ambiente dell’intero pianeta, rendono l’appuntamento del 26 ancora più importante e urgente.
Per questo chiediamo a tutte le donne e gli uomini di questo Paese, che in queste ore guardano a quegli avvenimenti con crescente angoscia e con altrettanta indignazione, di dimostrare il proprio rifiuto a scelte dettate da interessi economici e di potere che disprezzano e distruggono il diritto alla vita, all’acqua, alla salute e ai beni comuni delle popolazioni e del pianeta.
Anche i comitati antinucleari, impegnati per fermare il ritorno del nucleare in Italia, hanno fatto appello a mobilitarsi e partecipare alla manifestazione di sabato prossimo.
Mobilitiamoci tutte e tutti da ogni parte d’Italia, riempiamo le strade e le piazze di Roma con i colori della vita contro le scelte di morte.
Perché solo la partecipazione è libertà, solo la condivisione è speranza di futuro.

Vi aspettiamo.

Primi firmatari: Padre Alex Zanotelli, Raffaella Bolini, Vincenzo Miliucci, Paolo Carsetti, Vittorio Cogliati Dezza, Marco Bersani, Maurizio Gubbiotti, Ciro Pesacane, Corrado Oddi, Stefano Leoni, Alfiero Grandi, Giuseppe Onufrio.

Sottoscrivono:  per sosttoscrizione visitare il sito www.acquabenecomune.org


Segreteria Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00; Cell. 333 6876990
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.referendumacqua.it

martedì 22 marzo 2011

Mobilitiamoci contro la guerra

riceviamo per posta elettronica e "postiamo"questo appello: noi di "gruppo presenza a Longare" tutte le domeniche dalle 10 alle 11 siamo davanti alla Base Pluto a Longare proprio per dire, assieme agli amici de "Il dialogo":
 
Basta guerre, basta lutti, basta distruzioni, no alla follia di tutte le guerre
di Redazione www.ildialogo.org
Mobilitiamoci contro la guerra.

Scendiamo nelle piazze a chiedere
la cessazione della guerra contro la Libia
ed il ritiro immediato di tutti i soldati italiani impegnati in fronti di guerra
a cominciare dall'Afghanistan.

Impediamo che basi militari poste sul nostro territorio
possano servire da luoghi di atterraggio e partenza di azioni militari
contro la Libia.

Non esistono le guerre umanitarie.

Le bombe ammazzano e distruggono.
I missili cruise non sono pillole ma oggetti di morte
e fanno strage quando esplodono.

Che l'Italia rispetti la sua Costituzione
che all'art. 11 sancisce inequivocabilmente
il ripudio della guerra
per la risoluzione delle controversie internazionali.
Vergogna Vergogna Vergogna
per tutti coloro che stanno violando la legalità costituzionale
e che con il loro voto in Parlamento lo hanno consentito.

Leggi articoli contro la guerra al seguente link
Leggi editoriali

lunedì 21 marzo 2011

21 marzo 2010 - Francesco

Domenica 21 marzo 2010
abbiamo piantato un piccolo tiglio per ricordare il nostro amico 
Francesco Scalzotto

un uomo che ogni domenica, per oltre 20 anni, ha testimoniato i valori della Pace e della Giustizia davanti alla base militare statunitense di Site Pluto a Longare, VI.

Durante la notte fra 27 e 28 marzo 2010
una mano ignota e vile ha reciso questa giovane pianta, simbolo di una Pace fragile,
che stenta a crescere e che ha bisogno anche della tua cura...

gruppo presenza a Longare


L'Italia ripudia la guerra come strumento...

L'Italia ripudia la guerra come strumento...

Costituzione italiana. Articolo 11. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;
consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni;
promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.


Dopo alcune giornate passate a leggere e sentire le incalzanti e preoccupanti notizie dall'Italia, dall'Europa e dalla Libia mi son riempito la testa di domande più che di risposte, di dubbi più che di certezze. Credo sia valido condividerle.
In base a quale interpretazione dell'Articolo 11 stiamo partecipando alle operazioni in Libia? Imporre una no fly zone con i bombardamenti è un atto di guerra? Credo di sì. Il diritto internazionale viene spesso recepito al pari o al di sopra della Carta costituzionale, ma è possibile farlo anche in questo caso in base a una risoluzione dell'Onu e a una riunione lampo di "volenterosi"? Non so se inglesi, francesi e americani (i primi a lanciare missili due giorni fa) possano dirsi "paesi di buona volontà", sempre motivati da preoccupazioni umanitarie. S'è parlato di scelta inevitabile, ma continuo a dubitarne.

Non saremmo dovuti intervenire anche in Cecenia, in Tibet, in Honduras o nel Darfur? Quante crisi, guerre civili e abusi vengono commessi ogni giorno in decine di paesi? Dove siamo noi in quei casi? Di certo non entriamo in quei paesi militarmente e, purtroppo, spesso nemmeno con la sufficiente prontezza e sensibilità diplomatica. Spesso li ignoriamo. Cosa dovremmo fare in questo caso?

La Libia è vicina, ok. Siamo il suo primo partner commerciale, ok. I ribelli chiedono aiuto e sono vessati da un dittatore che ha reagito con una gravissima escalation di violenza e repressione, ok. Nessuno lo nega. Sappiamo, però, che la Libia, per qualche strano motivo, è un po' più speciale. Ha il petrolio e tanti investimenti in gioco. Non erano amici nostri? Quanti raìs e violazioni è lecito tollerare pur di conquistare mercati e fonti d'energia? La retorica dei diritti umani applicata col contagocce, selettivamente, fa acqua da tutte le parti ormai. Business first, il governo lo sa bene e adesso, in pochi giorni, ha cambiato discorso in modo imbarazzante.

Abbiamo paura delle probabili ondate migratorie, pensa un po'. Non ci sono altri "mezzi di risoluzione della controversia" come suggerisce la Costituzione? Ci dicono di no, le bombe sono  i n e v i t a b i l i, Gheddafi è un pazzo che minaccia gli alleati della Nato e una parte della sua stessa popolazione, va eliminato. Non è una scoperta del marzo 2011. E quindi? Baciamo le mani. Ma come? E' stata una guasconata. Si chiama invece geopolitica, dura e pura, ma giocata male.

Rispetterà l'esercito libico il cessate il fuoco dichiarato stanotte? Forse ci si attende un'altra violazione per poter dare la sferzata finale, le mani prudono e la partita potrebbe chiudersi troppo presto senza che vi sia stata la possibilità di dimostrare "quanto contiamo". Ma chissà, forse son solo dietrologie, in effetti. Esiste anche la causa dei ribelli, l'idea di un risveglio dei popoli arabi che proietta mondialmente un'immagine rinnovata delle nuove generazioni, in lotta per i diritti fondamentali e la democrazia. E' ancora presto per giudicarli. Il dubbio è su come sia meglio intervenire e accogliere questi cambiamenti e la Costituzione ci indica una strada. Giuseppe Genna su Carmilla riporta due dichiarazioni di Bossi e Di Pietro che vorrei riprendere e con cui concludo.

Ha dichiarato Umberto Bossi: «Il mondo è pieno di famosi democratici, che sono abilissimi a fare i loro interessi, mentre noi siamo abilissimi a prenderla in quel posto: il maggior coraggio a volte è la cautela. Io penso che ci porteranno via il petrolio e il gas e con i bombardamenti che stanno facendo verranno qua milioni di immigrati, scappano tutti e vengono qua. La sinistra sará contenta di quel che succede in Nordafrica perchè per loro conta solo portar qui un sacco di immigrati e dargli il voto. È questo l'unico modo che hanno per vincere le elezioni».

Ha dichiarato Antonio Di Pietro: «Bossi non ha fatto una dichiarazione ipocrita ("se bombardiamo la Libia ci porteranno via petrolio e gas e arriveranno immigrati a milioni"), ma nel merito fa un errore. Sul piano economico l'errore che fa Bossi è pensare che stando con Gheddafi un domani ci saranno ancora petrolio e gas. Ormai è partita la coalizione, bisogna giá pensare al dopo Gheddafi. Il "domani" e l'approvvigionamento delle materie prime dalla Libia sarà a disposizione di coloro che hanno aiutato la transizione, non di coloro che si sono messi contro. Fare parte della coalizione non crea problemi, semmai il contrario. Ma non deve essere questa - conclude - la ragione per la quale non andiamo in Libia, sarebbe ragione volgare».

Fine (?).
21 marzo 2011

 

 

Odissea della politica

Odissea della politica

Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi ha denunciato le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantità enormi di armi, anche dopo la sua visita in Italia, sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il Colonnello era già in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico.
libia Mentre parlano solo le armi, si resta senza parole. Ammutoliti, sconcertati. Anche noi di Pax Christi, come tante altre persone di buona volontà.
Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi, con altri, ha denunciando le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantità enormi di armi senza dire nulla, anche dopo la sua visita in Italia “sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il dio interesse è un dio assoluto, totalitario, a cui tutto va immolato. Anche a costo di imprigionare innocenti, torturarli, privarli di ogni diritto, purché accada lontano da qui. In Libia.” (Pax Christi 2 settembre 2010).
Il Colonnello era già in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico!
Non possiamo tacere la triste verità di un’operazione militare che, per quanto legittimata dal voto di una incerta e divisa comunità internazionale, porterà ulteriore dolore in un’area così delicata ed esplosiva, piena di incognite ma anche di speranze. Le operazioni militari contro la Libia non ci avvicinano all’alba, come si dice, ma costituiscono un’uscita dalla razionalità, un’ “odissea” perchè viaggio dalla meta incerta e dalle tappe contraddittorie a causa di una debolezza della politica.
Di fronte a questi fatti, vogliamo proporre cinque passi di speranza e uno sguardo di fede.
1) Constatiamo l’assenza della politica e la fretta della guerra. E’ evidente a tutti che non si sono messe in opera tutte le misure diplomatiche, non sono state chiamate in azione tutte le possibili forze di interposizione. L’opinione pubblica deve esserne consapevole e deve chiedere un cambiamento della gestione della politica internazionale.
2) Si avverte la mancanza di una polizia internazionale che garantisca il Diritto dei popoli alla autodeterminazione.
3) Non vogliamo arrenderci alla logica delle armi. Non possiamo accettare che i conflitti diventino guerre. Teniamo desto il dibattito a proposito delle azioni militari, chiediamo che esse siano il più possibile limitate e siano accompagnate da seri impegni di mediazione. Perchè si sceglie sempre e solo la strada della guerra? Ce lo hanno chiesto più volte in questi anni i tanti amici che abbiamo in Bosnia, in Serbia, in Kosovo, in Iraq.
4) Operiamo in ogni ambito possibile di confronto e di dialogo perché si faccia ogni sforzo così che l’attuale attacco armato non diventi anche una guerra di religione. In particolare vogliamo rivolgerci al mondo musulmano e insieme, a partire dall’Italia, invocare il Dio della Pace e dell’Amore, non dell’odio e della guerra. Ce lo insegnano tanti testimoni che vivono in molte zone di guerra.
5) Come Pax Christi continuiamo con rinnovata consapevolezza la campagna per il disarmo contro la produzione costosissima di cacciabombardieri F-35. Inoltre invitiamo tutti a mobilitarsi per la difesa della attuale legge sul commercio delle armi, ricordiamo anche le parole accorate di d.Tonino Bello: “dovremmo protenderci nel Mediterraneo non come “arco di guerra” ma come “arca di pace”.
Giovanni Paolo II per molti anni ha parlato dei fenomeni bellici contemporanei come “avventura senza ritorno”, “ spirale di lutto e di violenza”, “abisso del male”, “suicidio dell’umanità”, “crimine”, “tragedia umana e catastrofe religiosa”. Per lui “le esigenze dell’umanità ci chiedono di andare risolutamente verso l’assoluta proscrizione della guerra e di coltivare la pace come bene supremo, al quale tutti i programmi e tutte le strategie devono essere subordinati” (12 gennaio 1991).
In questa prospettiva Pax Cristi ricorda ai suoi aderenti che il credente riconosce nei mali collettivi, o strutture di peccato, quel mistero dell’iniquità che sfugge all’atto dell’intelligenza e tuttavia è osservabile nei suoi effetti storici. Nella fede comprendiamo che di questi mali sono complici anche l’acquiescenza dei buoni, la pigrizia di massa, il rifiuto di pensare. Chi è discepolo del Vangelo non smette mai di cercare di comprendere quali sono state le complicità, le omissioni, le colpe. E allo stesso tempo con ogni mezzo dell’azione culturale tende a mettere a fuoco la verità su Dio e sull’uomo.
Giovanni Giudici
presidente di Pax Christi Italia
Pavia, 21 marzo 2011

domenica 20 marzo 2011

La storia si ripete...

Missili ed elicotteri, così l'Italia ha armato le milizie del rais
Nel 2008 la Libia ha affrontato spese belliche per 1,1 miliardi di dollari.
Con Roma affari per 205 milioni, siamo il primo paese dell'Ue...
Dossier di Carlo Bonini de La Repubblica
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Scrive la direttrice de l'Unità, Concita De Gregorio (leggi tutto)
[...] Le guerre, sempre, muovono l’economia di chi le fa. Però certo la lotta al dittatore, il sostegno ai risorgimentali arabi accendono gli animi e le passioni: la ragione, anche. Sono una causa nobile e giusta. Dunque l’Italia è pronta, metterà a disposizioni basi e forze armate. Ha votato, solo la Lega ha fatto ostruzionismo: la seconda occasione persa, in due giorni, di stare dalla parte del Paese.
Resta molto timore del prezzo che noi e solo noi italiani potremmo dover pagare per la rapidità con cui il nostro presidente del Consiglio - ora detto “Betty” dalle sue amiche a pagamento - sia passato dal baciamano all’elmetto. L’amico Gheddafi, solo oggi riscoperto nemico, potrebbe risentirsene in forma personale: la categoria del tradimento, ai suoi occhi, potrebbe comprendere l’Italia intera. Un motivo in più per andare a questa guerra col cuore gonfio, e per dolerci con noi stessi - noi italiani - per aver lasciato così a lungo e così disastrosamente le sorti del Paese nelle mani di un venditore di menzogne mascherato da statista.


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Prima il nostro governo fa affari con il Colonnello, vende armi, stringe accordi, procaccia ragazze al Rais per la messa in scena dell'indottrinamento religioso, lo zio Silvio bacia l'anello...
Adesso sempre lo stesso governo (purtroppo nostro) e lo stesso zio Silvio si accorge che il Colonnello è un dittatore pocco affidabile (chi l'avrebbe mai detto?!) ...
E a questo punto non resta che la "guerra", la "violenza", per "difendere il popolo", certo, ma anche per incapacità di usare la ragione e per rimuovere l'imbarazzo di aver fatto affari fino a pochi giorni fa...

Con un piccolo sforzo di memoria, possiamo ricordare situazioni analoghe...
Talebani addestrati da servizi pakistani e "foraggiati" dal governo USA in funzione anti-sovietica... per poi scoprire che sono nemici!
L'amico-nemico Bin Laden...
Un altro dittatore, Saddam Hussein, prima grande amico degli USA e adeguatamente armato finché era "funzionale" agli interessi dell'apparato industriale-militare USA e poi acerrimo nemico della democrazia e del popolo!
E sotto sotto c'è il petrolio, gli interessi economico-finanziari, il potere, il controllo...

"Etica", "diplomazia", "politica"...
Concetti forse da ri-prendere e ri-definire !?

venerdì 18 marzo 2011

Don Tonino Bello e la spiritualità della pace

Il pianeta variegato e creativo dei movimenti per la pace ha avuto negli anni ottanta e inizi novanta un infaticabile animatore nella persona di don Tonino Bello, nato il 18 marzo 1935, morto il 20 aprile 1993 a soli quattro mesi di distanza dalla missione di pace a Sarajevo (la marcia dei 500), cui parteciparono anche due degli iniziatori del gruppo presenza a Longare...
Don Tonino Bello e la spiritualità della pace





"Occorre scongiurare questa specie di fatalismo che fa ritenere inutili, 
se non addirittura controproducenti,
le scelte di campo, le prese di posizione, le decisioni coraggiose, 

le testimonianze audaci, i gesti profetici" 


don Tonino Bello

giovedì 17 marzo 2011

150 anni dell'Unità d'Italia ... davanti alla Base Pluto a Longare, Vicenza

17 marzo dalle 10 alle 11
davanti alla Base Pluto
il gruppo presenza a Longare
ti invita a festeggiare i
150 anni dell'Unità d'Italia
due messaggi
uno per i militari USA dentro la base: "This land is our land!
e uno per i nostri concittadini: "Questa terra è nostra?"


partecipa e diffondi il volantino

Ogni domenica davanti alla Base Pluto a Longare, Vicenza...

Ogni domenica dalle ore 10 alle 11 il gruppo presenza a Longare ti invita davanti alla Base Pluto a Longare, Vicenza...

... per dire alla Pace e alla Nonviolenza 
... per dire No alla guerra, alle finte "missioni di Pace", alle varie forme di terrorismo ("guerra preventiva" compresa)
... per dire Sì al rispetto della nostra Costituzione e in particolare dell'Art. 11  e Art. 9


un messaggio di Martin Luther King

una immagine della presenza davanti alla Base Pluto

Leggi "La storia di Site Pluto" di Angelo Azzalini, oppure scarica il file pdf completo.

Il gruppo presenza a Longare

La Ballata Dell'eroe

La Ballata Dell'eroe
di Fabrizio De Andrè

Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.

Era partito per fare la guerra

per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che e morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria

ma lei che lo amava aspettava il ritorno

d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le e rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.

Era partito per fare la guerra

per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.

Era partito per fare la guerra

per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vendere cara la pelle
e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinse a cercare la verità
ora che e morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria
ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le e rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria

martedì 15 marzo 2011

Le missioni di "pace"...

Mons. Pelvi, Ordinario Militare, difende le "missioni di pace"...

... Almeno 2.777 civili sono morti in Afghanistan solo nel 2010. Lo scorso anno ha fatto registrare un incremento del 15 per cento delle vittime civili del conflitto rispetto al 2009... leggi


stime dal 2001 [fonte]:
11.443 - 14.240 i civili afghani uccisi DIRETTAMENTE dalla guerra, 
3.200 – 20.000 i civili morti INDIRETTAMENTE a causa della guerra
TOTALE : 14.643 – 34.240

Dei civili uccisi direttamente
4949 - 6499 sono attribuibili alle forze anti-governative
5791 - 9060 alle forze alleate (Italia compresa) guidate dagli Usa.


venerdì 11 marzo 2011

Siamo un Paese a sovranità limitata

Siamo un Paese a sovranità limitata:
leggi la lettera di Angelo Azzalini al Giornale di Vicenza il 10 marzo scorso ...